Urcututu
Urcututu è una parola onomatopeica che imita il verso del gufo, uccello della sapienza. Ha preso questo nome un gruppo di poeti peruviani.
La poesia è un pianeta di alberi vivi
Manifesto del gruppo Urcututu
Iquitos, Perù, 20 agosto 2019
Ana Varela Tafur Percy Vílchez Vela Carlos Reyes Ramírez
L’Amazzonia è uno spazio transnazionale condiviso da nove paesi che hanno legami geografici e culturali e dove i suoi abitanti condividono le loro risorse naturali, i desideri, le aspirazioni e, soprattutto, la loro visione del mondo. Tuttavia, negli ultimi decenni abbiamo assistito all’agonia dell’Amazzonia e dell’intero pianeta. I fiumi e le foreste che ospitano la più vasta biodiversità conosciuta sono stati colpiti causando un deterioramento ambientale accelerato a causa dell’irrazionalità della cultura estrattivista che ha dominato il discorso ufficiale, con la falsa premessa che raggiungeremo lo sviluppo a costo della morte di piante, animali e persone.
Ora più che mai riteniamo opportuno affermare che l'Amazzonia non esiste e non esisterà se la vita dei suoi abitanti viene ridotta o interrotta alterando il suo ciclo naturale. In Perù, questa vasta regione è minacciata dall'abuso e dallo sfruttamento irrazionale, dall'inettitudine della sua classe dirigente, dalla mancanza di creatività dei suoi leader, dall'indifferenza che domina la condotta dei suoi governanti. Pertanto, i partiti politici, privi di un'azione seria, non hanno un'alternativa nel presente né proiettano piani incoraggianti per il futuro. Inoltre, l'aggressione prolungata e la violenza contro l'Amazzonia sono diventate comuni. La corruzione contamina la politica e l'intero tessuto sociale. Come conseguenza di queste disgrazie, stiamo vivendo una clamorosa crisi che è evidente negli ultimi posti che l'Amazzonia peruviana occupa in diversi argomenti, compresa la dieta di base delle popolazioni umane.
Abbiamo assistito a uno scenario spregevole dove l'animale che pensa e parla è il distruttore stesso del suo habitat ed è corroso dall'avidità, dalla voracità del modello economico che non permette che la vita nella sua vasta dimensione sia la sua ragion d'essere. Le politiche promosse dagli interessi privati ci portano alla rovina e i governanti oggi ci portano alla desolazione e allo smarrimento. L'inazione e la disperazione fingono di essere i consiglieri. Resistiamo a questa struttura di falsità e bugie.
In apparenza non c’è futuro, non c’è avvenire, e tutto pare condannato al fallimento. Per questo, oggi più che mai, è urgente espandere la dimensione della speranza e dell’utopia per sostenere la vita in un ambiente di rispetto reciproco che sfida il presente. Allora è possibile, da questo oggi sfortunato, dal fondo delle varie mancanze, immaginare il futuro, dove la poesia svolge un ruolo di denuncia e proclama la conservazione della bellezza e della giustizia. Perché il verbo poetico, la parola orale o scritta nella poesia, è sorgente di rivelazione e di salvezza, che lascia immaginare così un mondo possibile affrancato dalle sue ferite.
In questo contesto esigiamo un cambiamento radicale nel comportamento politico della società e il rispetto della vita in tutte le sue manifestazioni. Di conseguenza, l’ecosistema più piccolo deve essere curato, preservato e gestito con responsabilità ambientale.
La poesia è un pianeta di alberi vivi che non vuole morire.