La ballata di Cassandra Thunberg

rap in versi alessandrini

di Antonietta Tiberia – Roma

Le risorse in natura / si stanno consumando.

È in via di esaurimento / la vita del pianeta.

Cambiamenti del clima / sotto gli occhi di tutti.

Catastrofi ogni giorno. / Un caos travolgente.

L’orso bianco polare / minaccia l’estinzione.

L’Antartide si scioglie / perché manca la neve.

Che ne sarà dei mari / se il corallo scompare?

Nella società nostra / c’è qualcosa di errato.

Col cosmo e le sue leggi / siamo in debito spinto.   

La massa che si sposta / da un continente all’altro

di un pianeta stressato / sconvolge la natura.

La giustizia climatica: è per quella che lotto.     

Potremmo fare molto /agendo tutti insieme.

Ma per farlo dobbiamo / parlare chiaramente. 

La soluzione esiste. / Ciò che dobbiamo fare

è impegnarci a cambiare. / Dalle piccole cose

noi possiamo arrivare / a grandi risultati.

Bastano pochi gesti. / Portiamo acqua nel becco,

da colibrì africani. / Dalle azioni di ognuno

dipendono le sorti. / Bisogna limitare

consumismi sfrenati. / Io ho ridotto i consumi.

Non compro cose nuove /non proprio necessarie.

La carta la riciclo, / consumo meno luce.

Mia madre, che è cantante, / non va a cantare all’estero,

per ridurre il suo impatto / sul globo già inquinato.

Se va a fare la spesa / porta la sporta propria.

Per andare lontano / io viaggio in barca a vela,

portando le mie trecce / in giro per il mondo.

Se fossi Wonder Woman, / capace di volare,

mi sposterei più in fretta. / Ma ho fatto un viaggio in treno

di trentadue ore, / dormendo in una tenda,

per arrivare a Davos, / tra i grandi della terra.

Mi hanno sbeffeggiata, / ma io non me ne curo.

Mi chiamano allarmista, / mi chiamano gretina,

in segno di disprezzo / Perché il mio nome è Greta.

Ma essere diversi / non è una malattia.

Ho diciassette anni.  / Fin da bambina ho il cruccio

di salvare il pianeta. / Noi Asperger così siamo

sensibili e testardi, / fissati su un’idea,

e a quella dedichiamo / ogni nostro respiro.

A scuola è stata dura / finché non ho ideato

Fridays for Future, / scioperi per il clima,

portando alla ribalta / la causa ambientalista.

Migliaia di studenti / mi son venuti dietro

nell’universo intero. / Per la crisi imminente

ci sentiamo in trincea. / Dobbiamo tirar fuori

tutta la nostra grinta. / Ormai siamo delusi

dai discorsi sui soldi / e la crescita eterna.

Impariamo ad agire. / Bisogna andare avanti.

C’è bisogno di farlo / proprio in questo momento

per rimettere in fila / le priorità di tutti.

Son molte le persone / che sono in sofferenza.

Guerre e malnutrizione / nel silenzio mediatico.

Sono in troppi a pagare / per i lussi di pochi.           

Un fardello pesante / è sulle nostre spalle.

Non è adatto ai bambini. / Ho chiesto aiuto ai grandi,

però m’hanno ignorata.  / Cominciamo a capire

il loro tradimento. / Non si accettano scuse.

Se non faranno niente, / tocca ai bambini farlo.

Meritiamo il futuro, / lo rivendicheremo.

Ci faremo sentire. / Noi ci ribelleremo

per limitare i danni   / sulle generazioni.     

Ci vuole la pazienza / ma non ci arrenderemo.

Questo è solo l’inizio. / E ovunque voi siate,

la vostra età non conta, / scioperate con me:

in lotta per il clima / finché il vostro Paese

abbia avviato un percorso / per ridurre il calore.

Nessuno ci guadagna / se si schianta il pianeta;

e invece è esattamente / dove siamo diretti.

Noi esistiamo solo / perché ciascuno esiste.  

La salvezza di tutti / è la nostra salvezza.

Per salvarci ci sono / ben tre pietre angolari:

democrazia e scienza / e la buona volontà.                                                 

—                                                                               

Ai grandi della terra / un monito ho lanciato:

«Se non mi sosterrete, / sarete dichiarati

i peggiori malvagi. / Volete andare avanti

con le cattive idee, / ma bisogna tirare

il freno di emergenza.  / La nostra biosfera

viene sacrificata / perché i paesi ricchi

continuino nel lusso. / Voi rubate il futuro

ai vostri amati figli, / davanti ai loro occhi.

A me l’infanzia e i sogni / li avete già rubati,

resi parole vuote. / Ma come avete osato?                                      

I bimbi di domani / forse vi chiederanno

che cosa avete fatto / quando eravate in tempo».

Stiamo chiedendo molto? / Questo è solo lo sforzo

minimo necessario. / Madre natura è stanca.

Il mondo è complicato. / Noi siamo collegati:

un battito di ali / in una certa parte

può provocare un danno / da un emisfero all’altro.            

Il cambiamento arriva, / forse sta già arrivando.

Ma è parte del disegno / di scelte umane fatte.

Un cambio repentino / ci obbliga a fermarci.

Per una epidemia, / migliaia di persone

si sono contagiate.  / Si è generato il panico

perché non c’è vaccino. / Non è peste bubbonica

e neanche “la spagnola”. / La storia si ripete

non allo stesso modo. / La malattia circola

veloce come merci. / Viviamo con cautela

per evitar contagi / nascondendo nei guanti

le mani screpolate / dai lavaggi frequenti.

Qualcuno muore solo / e al suo funerale

non può andarci nessuno. / Le scuole sono chiuse.

Ci rintaniamo in casa. / Tutti abbiamo paura

e ci sentiamo piccoli. / E adesso che faremo?

Queste giornate d’ansia / faranno rinsavire?

Ne usciremo cambiati? / È tempo di fermarsi.

Ce la possiamo fare / se lo faremo uniti.      

Roma, 9 marzo 2020                        

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